Alassio
Narra la leggenda che Adelasia, figlia di Ottone I di Sassonia imperatore del Sacro Romano Impero, si fosse innamorata perdutamente di Aleramo, un giovane coppiere di corte.
Contrastati dall’Imperatore i due amanti decisero di fuggire dalla Germania e raggiunsero la Liguria dove si nascosero in una bella baia con poche case di pescatori.
Come sempre in questi casi non manca il lieto fine: grazie al valore e al coraggio dimostrati in battaglia da Aleramo e grazie alla mediazione del vescovo di Albenga, quando Ottone scese ad Albenga si riconciliò con la coppia. Là dove Adelasia e Aleramo si erano stabiliti sorse poi una città che in onore della principessa fu chiamata Alaxia che divenne poi Alassio.
Questa è la magica e fantastica leggenda legata alla nascita di Alassio. In realtà il centro di Alassio nacque intorno all’anno Mille quando i primi abitanti scesero dalla collina e si insediarono vicino alla spiaggia approfittando forse di un momento di tregua nelle incursioni saracene.
Con il trascorrere degli anni si svilupparono sempre più le attività commerciali perché le barche stazionavano nelle baia ben riparata per scaricare e caricare le merci che venivano stivate nei magazzini che affacciavano nei numerosi carruggi.
La crisi cominciò tra il Sei e il Settecento quando le rotte commerciali si spostano altrove e la minaccia di Napoleone creò disagi.
Nell’ottocento Alassio è di nuovo un modesto borgo di pescatori e molti abitanti sono costretti a cercare lavoro nelle tonnare sparse nel Mediterraneo.
Ma la svolta è nel 1872 quando apre la linea ferroviaria: per la marineria è il colpo di grazia, ma paradossalmente per l’economia cittadina è l’inizio di una nuova epoca. Con il treno arrivano gli inglesi che rimangono talmente conquistati dal clima, dal mare, dalla natura intatta, da qual borgo ancora selvaggio che decidono di acquistare terreni e costruire ville per trascorrerci l’inverno.
Nasce così la colonia inglese e con essa sorgono la chiesa anglicana, la biblioteca inglese, il tennis club, le ville in collina e spuntano alberghi, locali, sale da tè e il casino. Il modesto borgo di pescatori diventa così uno dei più famosi centri di soggiorno di tutta Europa frequentato da personaggi famosi che riesce a mantenere la sua fama anche quando gli inglesi se ne vanno all’inizio degli anni trenta a causa della situazione internazionale.
La vocazione turistica di Alassio non si esaurisce e riprende negli anni Cinquanta e Sessanta, l’epoca della cosiddetta “dolce Vita” di Alassio. Il fulcro è il Caffè Roma sul cui palco si esibiscono i nomi più famosi dello spettacolo. Negli stessi anni nascono il concorso di bellezza di Miss Muretto e il Muretto ideato da Mario Berrino e da Ernest Hemingway che firma la prima piastrella, e che è diventato il simbolo di Alassio.